Sabato, 01 Febbraio 2020 09:24

Hiv : le nuove linee guida

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Dissidenti e aids parte due ( leggi la prima parte )

E oggi dal 2017...che fine hanno fatto i dissidenti? 

I dissidenti, in questi anni, sono stati sempre presenti  e ,  spesso, hanno anche avuto gli onori della cronaca in importanti mass media (vedi libero e il fatto quotidiano in  italia , piuttosto che nella rivista  nexus  edizioni)

nonostante i fatti gli abbiano dato torto. Vieni mai? 

Un mio cliente, che ha fatto il percorso nutrizio nale , grazie al quale ha avuto un incremento della conta linfocitaria dei cd4 e un quasi azzeramento della viremia ( il cliente ha comunque iniziato successivamente la terapia, anche su mio incoraggiamento, nonostante fossimo riuscito, senza farmaci, ad aumentare conta linfocitaria e azzerare viremia...), mi ha fatto notare che  le linee guida sono oggi cambiate e parrebbe che , la terapia stessa, vada iniziata a parte dalla conta linfocitaria e della viremia . 

 
In  pratica :  una persona che ha una conta linfocitaria di 800 cd4 e bassa viremia, dovrebbe comunque iniziare la terapia per.... ipotetici danni  dell'hiv  al cervello . 

 

E'tornato  il terrorismo psicologico??? 
 

Questa è stata per me una novità, anche perché sono a conoscenza dei danni al cervello, ma soltanto nelle persone in  aids , cioé  quelli con conta linfocitaria minore a 200 (tipicamente danni cerebrali causa, per le persone in aids, dal CMV).  

Preciso, per onore della cronaca, che tutte le storie ho raccontato prima, si a persone che sono state benissimo per tanti anni (10-15 anni)  e sono tutte morte per patologie aids correlate . Il dubbio lecito è che, se usato iniziato la terapia con conta linfocitaria di 200 cd4, oggi,  forse ,  potrebbero ancora vive : almeno così è stato per molte persone che hanno iniziato la Arv tardivamente e oggi sono vive e stanno bene. 

Ho cercato su  pubmed  e  medline  gli studi scientifici relativi alla  relazione : hiv   e danni cerebrali.  

Si parla dello studio  Thompson : 


Uno studio in cui 26 pazienti con diagnosi  di Aids  sono stati sottoposti a sofisticati esami al cervello hanno dato risultati che lo scienziato che ha condotto il progetto ha giudicato “terrificanti”. Nei pazienti con infezione da Hiv  è stata rilevata una riduzione dello spessore della corteccia cerebrale, la superficie del cervello che controlla le funzioni più complesse, fino al 15% rispetto a 14 pazienti sieronegativi scelti per età e fattori di rischio da Hiv  e... .. 

.... I farmaci possono far poco 
 

Lo studio si riferisce in particolare  a :  
a)26  soggetti :  quindi un campione molto basso  
b)pazienti  con diagnosi di Aids (quindi con bassa conta linfocitaria)  
c) i farmaci possono fare poco perché non penetrano nella barriera encefalica 
 

La domanda che mi pongo è la  seguente :  che senso ha fare iniziare una terapia ad una persona con conta linfocitaria ottima e bassa viremia...se poi comunque i farmaci sono inutili nel prevenire i danni cerebrali? 

Il ragionamento dovrebbe essere che, iniziando subito la terapia, si elimina da subito viremia per cui si danni essere  all'hiv  di fare.... 

Ma quante sono le persone con buona conta linfocitaria che hanno avuto danni da  hiv  a livello cerebrale?  
Si prescrive una terapia in seguito ad uno studio fatto su 26 persone?  
Quante persone hanno avuto pesanti effetti collaterali da farmaci della ARV dopo 10-15 anni? QUESTE PERSONE, Sono statisticamente in numero significativamente inferiore RISPETTO un Quelle Che Non Hanno Iniziato la  ARV  nel suddetto Intervallo  temporale,  e il Che Hanno Avuto ipotetici Danni cerebrali? In  pratica: le persone che per 15 anni non hanno fatto la terapia, e hanno mantenuto una buona conta linfocitaria e una bassa viremia....stanno meglio o peggio delle persone che hanno iniziato parimenti subito la terapia nonostante ottima conta linfocitaria e bassa viremia? E che dire delle persone che, grazie a fattori genetici, non andranno mai in AIDS? 

Queste domande pretendono una risposta...altrimenti si prestano al fianco ai dissidenti. 

La mia impressione è che forse,  l'hiv  si adattando al nostro organismo, che oggi sia meno aggressivo e che conviva con l'ospite...e  questo ,  a maggiore ragione, giustificherebbe ancora meno l'inizio immediato della terapia in persone che stanno bene.... In fondo oggi  c'e'  l'epidemia dei tumori e le statistiche  parlano di  numeri davvero allarmanti : una persona su due avrà il tumore ( e si parla di  hiv  negativi). Ha quindi senso, prendere farmaci per ipotetici danni cerebrali  laddove ,dall'altra  parte, che ci sia  hiv  o no,  c'e' ad esempio  una epidemia di tumori al cervello che prescindono da  hiv  ? 

Ma...detto questo.... 

La  Arv  oggi è a tutti gli effetti un salva vita. Oggi il sieropositivo vive Una vita pressoché normale, Soprattutto se riesce a Prevenire Gli Effetti Collaterali della terapia, il Che Sono Legati Tipicamente alla  lipodistrofia , all'aumento del  Colesterolo ( in Particolare, il  lopinavir ), dei trigliceridi e diarrea. Gli effetti  collaterali,  comunque, possono essere prevenuti attraverso una assunzione di integratori linee guida attraverso  carotenoidi, omega tre e tre en e acidophilus plus (integratori molto utilizzati, nelle vecchie linee per ritardare l'inizio della terapia). Un obiettivo importante è, ad  esempio, limitare l'aumento del colesterolo, in quanto, una riduzione dello stesso, in base a studi interessanti, porterebbe  l'hiv  ad una minore aggressività e difficoltà di replicazione, come riportato in questo studio pubblicato dal  Corriere della Sera . 

L'Assunzione della  ARV  permette inoltre di eliminare la viremia e permette di non essere contagiosi - seppure l'opinione non sia condivisa da tutti, in particolare non la si pensa così in Italia-, a a giudicare dallo  Studio di coppie sierodiscordanti 

Ultimo  ma non meno importante  : riconosco che esistono persone con  hiv  in salute da 30 anni. In un noto forum dissidenti,  c'e'  stato un sieropositivo non in terapia per 30 anni, che poi ha avuto un crollo dei linfociti e un herpes esteso a tutta la schiena che ha necessitato inizio terapia , oppure una ragazza che aveva interrotto il trattamento e ,dopo 5 anni , ha rischiato di lasciarci le penne a causa di una toxoplasmosi cerebrale che l'ha ridotta in fin di vita...anche lei , iniziando il trattamento, ha poi, fortunatamente , recuperato. In ogni caso non metto in discussione che potrebbero esserci persone  che ,   come ho già scritto, anche senza iniziare la terapia non entreranno mai in aids...ma sono molto pochi e non fanno statistica. Sarebbe come dire che, in caso di diagnosi di glioblastoma (brutto tumore al cervello)  c'e'  1% della intervento  che ,  dopo l'intervento, non va in recidiva....capite che non può essere la soluzione. Non credo neanche alla tesi secondo la quale ci sia un effetto  nocebo  dopo la scoperta del test  hiv , per cui sarebbe proprio il trauma e lo stress a una riduzione fino al crollo della conta linfocitaria. Domanda :  come mai molte persone arrivano in aids e scoprono, solo allora di avere il virus  hiv ? Quante persone esistono, in letteratura, immunodepresse, senza  hiv ? 

Non metto in discussione la scelta dei dissidenti...uno può decidere, se vuole, di iniziare o no la terapia, o di pensare che il virus esista o no. Io non  penso :  osservo i fatti e, al momento, i fatti danno ragione alla medicina ufficiale. Uno può pensare che  hiv  esistere o meno, ma che uno ci creda o no... hiv  fa  danni..i  linfociti cd4 scendono e soprattutto, non monitorarli, per non avere lo stress dei  risultati,è  oggettivamente pericoloso...sarebbe almeno utile , se proprio uno vuole fare il dissidente, seguire le linee guida europee che ho citato nella parte vecchia centrale dell'articolo. 

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